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Notizie e aggiornamenti in Ortopedia
Anno 3, N°75 - 15 Giugno 2016
 

 

Effetti del “timing” della profilassi, del tipo di anestesia e dell’uso di metodi meccanici sugli outcome clinici
in chirurgia ortopedica maggiore: analisi per sottogruppi di 17.701 pazienti arruolati nello studio XAMOSS

Haas S. et al.; Vasc Health Risk Manag 2016; 12: 209-18


Obiettivo
I dati di real-world sull’impiego di rivaroxaban nella fase peri-operatoria in pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica maggiore sono ancora limitati. Per questo motivo, sono stati analizzati subset di dati provenienti dallo studio XAMOS (fase IV, non interventistico) al fine di valutare i potenziali effetti del “timing” della prima dose di profilassi anti-trombotica, del tipo di anestesia e della concomitante profilassi meccanica sugli outcome clinici proprio in pazienti sottoposti a questo tipo di intervento chirurgico.

Pazienti e metodi
Nello studio XAMOS, 8.778 pazienti sono stati trattati con rivaroxaban (10 mg, una volta al giorno) e 8.635 con terapie standard di profilassi farmacologica (popolazione di sicurezza).
L’incidenza grezza degli eventi tromboembolici sintomatici e degli eventi di sanguinamento correlati al trattamento è stata analizzata in relazione al “timing” della prima dose profilattica post-operatoria, all’impiego di anestesia neuroassiale e all’utilizzo di una profilassi meccanica in aggiunta alla tromboprofilassi farmacologica.

Risultati
Nel gruppo trattato con rivaroxaban, l’incidenza degli eventi tromboembolici sintomatici è stata dello 0,7%, 1,0% e 0,7% nei pazienti che hanno ricevuto la prima dose tromboprofilattica in un periodo ≤ 6 h, da > 6 h a ≤ 10 h e da > di 10 h a ≤ 24 h post-intervento chirurgico, rispettivamente.
Nel gruppo in trattamento standard, l’incidenza degli eventi tromboembolici sintomatici è risultata leggermente più elevata quando la dose post-operatoria veniva somministrata in un intervallo di tempo compreso fra > 10 h e ≤ 24 h (1,8% vs. 1,1% a ≤ 6 h e 1,3% da > 6 h a ≤ 10 h). L’effetto antitrombotico di rivaroxaban è stato mantenuto nel tempo rispetto a quanto osservato nel gruppo in terapia standard.
L’incidenza di sanguinamenti maggiori è risultata bassa e paragonabile tra i due gruppi di trattamento e non è stata influenzata dal “timing” della prima dose tromboprofilattica. L’anestesia neuroassiale è stata utilizzata più di qualsiasi altro tipo di anestesia, sia in caso di chirurgia dell’anca che di quella del ginocchio; l’efficacia di rivaroxaban non è stata comunque influenzata dal tipo di anestesia scelta. In entrambi i gruppi, non è stato riportato alcun ematoma spinale nei pazienti sottoposti ad anestesia neuroassiale. L’impiego della tromboprofilassi meccanica, in aggiunta a rivaroxaban o alle cure standard, non ha ridotto il rischio di eventi tromboembolici successivi.

Conclusioni
Nella pratica clinica quotidiana, l’efficacia e la sicurezza di impiego di rivaroxaban in pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica maggiore sono state mantenute nel tempo, indipendentemente dal “timing” della prima dose post-operatoria nelle 24 ore successive all’intervento, dal tipo di anestesia utilizzata e dall’impiego addizionale di una tromboprofilassi meccanica.

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